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Amazon Go ha chiuso alcuni dei suoi supermercati senza casse

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Amazon Go ha chiuso alcuni dei suoi supermercati senza casse

Amazon annuncia la chiusura di 8 negozi Amazon Go negli Stati Uniti

Amazon ha recentemente preso la decisione di chiudere otto dei suoi negozi Amazon Go negli Stati Uniti, due dei quali situati a Seattle. Questa iniziativa fa parte delle misure di ottimizzazione delle operazioni di vendita al dettaglio dell’azienda, a seguito di un periodo di difficoltà finanziarie. I negozi Amazon Go, noti per il loro innovativo sistema di pagamento senza casse, hanno attirato l’attenzione dei clienti fin dal loro lancio nel 2018.

Un’esperienza di shopping rivoluzionaria

L’innovativo concetto di Amazon Go ha introdotto un nuovo modo di fare acquisti, permettendo ai clienti di evitare le code alla cassa e di acquistare in modo indipendente. Attraverso l’utilizzo di apposite app per smartphone, i clienti scansionano il proprio dispositivo all’ingresso del negozio, registrando così il metodo di pagamento. All’interno del negozio, un sofisticato sistema di sensori e telecamere rileva automaticamente gli articoli presi dai clienti dai ripiani.

La sfida della sicurezza

Nonostante l’esperienza rivoluzionaria offerta dai negozi Amazon Go, il gigante tecnologico si è trovato di fronte a sfide significative in termini di sicurezza. La presenza di numerosi sensori e dispositivi di monitoraggio ha sollevato preoccupazioni tra i clienti riguardo alla privacy e alla protezione dei dati personali. Tali preoccupazioni potrebbero aver influenzato la decisione di chiudere alcuni negozi Amazon Go per motivi di sicurezza.

Un contesto di difficoltà per Amazon

L’annuncio della chiusura dei negozi Amazon Go arriva in un momento critico per l’azienda. Amazon ha subito una perdita significativa in borsa nel novembre 2022, che ha portato alla necessità di una ristrutturazione aziendale. Inoltre, il licenziamento di oltre 10.000 dipendenti ha segnato un periodo di incertezza e instabilità per il colosso tecnologico.

La strategia di riduzione dei negozi fisici

Nel gennaio 2023, l’attuale CEO di Amazon, Andy Jassy, ha annunciato piani di ristrutturazione che hanno coinvolto anche la divisione di vendita al dettaglio dell’azienda. La chiusura di alcuni negozi Amazon Go fa parte di un’ampia strategia di riduzione delle attività di vendita al dettaglio fisiche di Amazon, che ha visto la chiusura di 68 negozi fisici, tra cui i marchi Amazon 4 Stars, Books e Pop Up.

Il futuro dei negozi Amazon Go

Nonostante la chiusura di alcuni negozi, Amazon Go non è destinato a scomparire completamente dal panorama del commercio al dettaglio. Rimangono ancora aperti circa 20 negozi Amazon Go negli Stati Uniti, e l’azienda potrebbe continuare a raffinare e perfezionare il modello di business per rendere l’esperienza di shopping senza casse ancora più attraente per i clienti.

In conclusione, la chiusura di 8 negozi Amazon Go negli Stati Uniti rappresenta una tappa significativa nella strategia di Amazon per affrontare le sfide finanziarie e ottimizzare le sue attività di vendita al dettaglio fisiche. Nonostante ciò, l’innovativo concetto di shopping senza casse potrebbe ancora avere un ruolo nel futuro del commercio al dettaglio.

 

La shrinkflation dei gelati QWERTY

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Shrinkflation. Se siete nuovi nel mondo del retail, questo termine potrebbe suonare strano, ma è una pratica che ha influenzato il settore alimentare negli ultimi anni, in particolare l’industria dei gelati. Ma cosa significa esattamente?

E perché i nostri amati gelati sembrano ormai non più grandi della scritta ‘QWERTY‘ sulla tastiera del nostro laptop? Scopriamolo insieme.

La Shrinkflation: un mostro silenzioso del retail alimentare

Cos’è la Shrinkflation?

La shrinkflation è un fenomeno nel quale le aziende riducono la dimensione o il peso dei loro prodotti, mantenendo invariato il prezzo. Questo viene fatto per coprire l’aumento dei costi di produzione senza aumentare i prezzi, evitando così la reazione negativa dei consumatori. La shrinkflation è un modo astuto per le aziende di mantenere i profitti elevati, senza che i consumatori se ne accorgano facilmente.

La Shrinkflation nel mondo dei gelati

Nel settore dei gelati, la shrinkflation si è manifestata principalmente nella riduzione delle dimensioni dei coni, delle barrette, biscotti e dei gelati su stecco.

Un esempio familiare potrebbe essere il tuo gelato preferito, prova a pensare al tuo cono gelato preferito e a come te lo ricordavi qualche anno fa.

Una volta era abbondante e soddisfacente, ma ora sembra poco più che un assaggio, non più grande appunto, della scritta ‘QWERTY’ sulla tastiera del tuo laptop.

Come la Shrinkflation sta cambiando il panorama del Food Retail

Il fenomeno della shrinkflation non sta solo cambiando il modo in cui percepiamo i nostri prodotti preferiti, ma sta anche influenzando il panorama generale del food retail.

Effetti sui consumatori

Da un lato, la shrinkflation può passare inosservata per molti consumatori, specialmente se le modifiche al prodotto sono sottili. D’altra parte, per coloro che se ne accorgono, può portare a una percezione negativa dell’integrità del brand e a una diminuzione della fiducia.

Effetti sulle aziende

Dal punto di vista delle aziende, la shrinkflation è un’arma a doppio taglio. Sebbene possa aiutare a mantenere i margini di profitto in un periodo di costi di produzione crescenti, può anche danneggiare la reputazione di un’azienda se viene scoperta.

Nel caso dei gelati, le aziende devono trovare un equilibrio tra la necessità di mantenere i costi sotto controllo e il rischio di deludere i consumatori.

Il Futuro della Shrinkflation dei Gelati

Nonostante la shrinkflation sia una pratica (poco corretta) comune nel settore dei gelati, non è detto che sia l’unica via da seguire.

Alcune aziende stanno già esplorando alternative, come l’implementazione di processi di produzione più efficienti o l’introduzione di ingredienti più sostenibili ed economici.

Ma il vero cambiamento potrebbe e dovrebbe provenire dai consumatori stessi, sempre più attenti e informati, che richiedono trasparenza e integrità dai brand che scelgono.

In conclusione, il fenomeno della shrinkflation dei gelati “QWERTY” rappresenta una fastidiosa pratica per il consumatore ma anche un interessante caso di studio nel panorama del food marketing e del food retail.

Come consumatori, diventa sempre più importante essere consapevoli di tali pratiche e fare scelte informate. Come marketer, il compito è quello di bilanciare costi, profitti e aspettative del cliente, sempre con un occhio rivolto all’etica e alla trasparenza. E quella della shrinkflation è una scelta sicuramente discutibile, ma largamente e tristemente diffusa.

Il futuro del retail. Entro 10 anni lo shopping sarà omnicanale.

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Il retail del futuro

L’ apparentemente e inarrestabile ascesa dell’e-commerce nelle nostre abitudini di acquisto, le ricerche online dei clienti, suoni e odori personalizzati, manichini digitali che “conoscono” le tue preferenze di abbigliamento e consegna a domicilio automatizzata: questi sono solo alcuni degli elementi che modelleranno l’esperienza di acquisto nei prossimi anni. 

Stiamo senza dubbio entrando nel mondo del “phygital”—dove il fisico e il digitale coesistono allo stesso tempo, ma nel Il futuro del retail non c’è un mondo fisico o digitale, nella vendita al dettaglio esiste un mondo completamente connesso fatto di multicanalità.

 

Sono convinto che entro 10 anni il cliente che entrerà in negozio vivrà un esperienza davvero integrata, con un informazione a portata di mano che arriverà direttamente dai social media, dagli influencer, ma anche da familiari e amici.

Capitale umano e tecnologia

Gli investimenti dovranno essere in capitale umano e tecnologia, piuttosto che nelle nuove aperture di punti vendita tutti uguali e con la solita offerta commerciale.

Per avere un dato di riferimento, oltre il 30% dei cosmetici viene già venduto online e nel prossimo futuro dovremmo abituarci a convivere con l’idea che per alcune categorie merceologiche la parte principale sarà venduta online con l’area di vendita fisica che farà da showroom ai maggiori brand di settore.

 

Lo shopping sarà fortemente personalizzato grazie ai dati che il cliente ci concederà spontaneamente e più che un servizio al dettaglio, sarà un vero e proprio servizio alla persona. Il venditore consulente saprà quando siamo stati da lui l’ultima volta, di cosa avremo bisogno e ci consiglierà nuovi prodotti adatti alle nostre esigenze. La sfida che ci attende passa per l’analisi e la personalizzazione. Non più attraverso offerte e volantini.

Il futuro del retail è green

In Europa dove il problema ambientale è particolarmente sentito, un quarto dei clienti cambierebbe negozio se sapesse che il prodotto venduto non sia sostenibile. Questo ci da la dimensione di quanto sia importante avere una reale politica a basso impatto ambientale. La preoccupazione e l’attenzione per l’igiene, i prodotti biologici e la sostenibilità  sono molto più importanti di prima.

In Italia, Coop ha annunciato che entro il 2022 tutto i prodotti a marchio saranno realizzati con materiali di imballaggio riutilizzabili, compostabili o riciclabili. Anche Conad ha avviato investimenti in questa direzione e ha annunciato il progetto di eliminare progressivamente le materie plastiche dai prodotti a marchio entro due anni, iniziando dal monouso, fino ad arrivare al packaging secondario. Infine Lidl ha annunciato che la catena tedesca investirà sugli imballaggi, con l’obiettivo di proporre solamente packaging riciclabili entro il 2025. La sfida al green retail è aperta.

Delivery

Delivery

Il prossimo decennio il Retail italiano sarà caratterizzato dal ritorno alla prossimità: nelle grandi città avremo un numero più ampio di punti vendita di superficie ridotta, diversi da quelli attuali per focalizzazione sull’aspetto relazionale e sul supporto alle operatività e-commerce.

Online e offline dovranno necessariamente fondersi per offrire un esperienza di acquisto integrata. A chiudere questo cerchio c’è il delivery, poiché la formula attuale di ordinare la spesa in negozio ed effettuare il ritiro da parte del cliente è un passo avanti dal classico acquisto in negozio, ma non sufficiente per la sfida che ci attende. Il passaggio verso il delivery puro (probabilmente esternalizzato) è già una realtà per molte aziende e presto i più “tradizionalisti” dovranno adeguarsi per non perdere un treno già in corsa che sta rischiando di travolgerli. Il futuro del retail è omnicanale.

 

 

Come scegliere l’anguria

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Estate significa caldo, mare e l’immancabile anguria.

Scegliere l’anguria per la nostra tavola non è facile, ci sono alcuni fattori che determinano la maturazione ed il gusto.

Vedere la gente al supermercato che picchietta sulle angurie è uno spettacolo divertente, ma è anche uno dei modi per cercare di capire il grado di maturazione.

Il cocomero o anguria (Citrullus lanatus) è una pianta della famiglia Cucurbitacee, originariamente proveniente dall’Africa tropicale.

Ne esistono più di 1200 varietà di cocomero che producono frutti di peso variabile tra meno di 1 kg e più di 90 kg; la polpa può essere rossa, arancione, gialla o bianca (Fonte: Wikipedia).

Controlla l’aspetto esterno

Se L’anguria presenta delle striature gialle allora è molto probabile che sia matura. Fai attenzione al punto dove l’anguria poggiava sul terreno. Se il “fondo” è giallo allora va bene, contrariamente se è bianco, potrebbe non essere matura.
L’anguria dovrà essere integra, senza ammaccature o cicatrici.

Le dimensioni contano

Ebbene si, anche per le angurie la dimensione è un fattore importante.
Infatti i cocomeri più grandi e pesanti sono più maturi e contengono più acqua.
Ovviamente questa regola non vale per l’anguria baby, che può essere molto zuccherina anche avendo dimensioni molto contenute.

Toc, toc..

Picchiettare con le nocche delle dita sul frutto non è sono un gesto divertente da vedere o istintivo al cospetto di un anguria, ma un gesto utile a capirne il grado di maturazione.
Picchiettando sul corpo del cocomero si dovrà sentire un suono “vuoto”, segno che contiene molta acqua al suo interno, quindi potenzialmente matura e zuccherina.

Ricetta: Cocomero al Whisky 

anguria whisky

Prendi un cocomero bello grande, fai un foro nel centro con un coltello a punta corta. In pratica devi fare un tassello.

Estrai il cuneo di cocomero e versa del whisky, circa un bicchiere.Riponilo in frigo con la parte del tassello rivolta verso l’altoDopo alcune ore prendi l’anguria dal frigo e inizia a lavorarla. Puoi fare due cose, servirla nel modo classico, a spicchi. Oppure attraverso il tassello continuare a scavare, allarga il buco e con uno scavino fai tutte palline da servire come frutta alcolica.

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Vitello, vitellone o manzo. Quali sono le differenze?

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Il dubbio e la confusione del cliente

La confusione tra vitello, manzo e vitellone è ancora molto forte. Spesso ci si trova davanti al bancone della macelleria con molti dubbi in testa. Cartellini generici con diciture come: “fettina per padella, muscolo, bistecca”, accompagnati da improbabili nomi del taglio di carne che ci viene consigliato dal nostro macellaio, contribuiscono a creare senso di confusione e di frustrazione che termina sempre con la frase: “mi fido di lei”.

Una serie di informazioni che i clienti spesso non riescono a decifrare correttamente. Senza parlare poi di quelle macellerie che sono prive di una corretta informazione, dove non riusciamo ad individuare chiaramente quello che stiamo cercando.

Nel corso degli anni ho notato che nella mente del consumatore vi è una profonda confusione fra i vari tagli anatomici e tipi di cottura del manzo. Ecco quindi un approfondimento con categorie e classificazioni ufficiali.

Vitello, vitellone e manzo. Qual è la differenza?

  • Vitello (o vitellino): Bovino di età inferiore agli 8 mesi. Carne molto morbida ma poco sostanziosa. Adatta a chi ha problemi di masticazione o preferisce una carne molto tenera.
  • Vitellone: Bovino maschio o femmina di età inferiore ai 12 mesi. La sua carne è più rossa e saporita.
  • Bovino adulto: Il bovino adulto può essere maschio o femmina, ha un età superiore ai 12 mesi, la sua carne è meno tenera ma molto saporita e viene classificato per categorie.

Il vitello è un bovino di età inferiore agli 8 mesi. Il vitellone ha un età inferiore ai 12 mesi. Il manzo è un bovino castrato di 3/4 anni.

Categorie e classificazione

Cat. V: Vitello di età inferiore a 8 mesi.
Cat. Z: Vitellone di età inferiore a 12 mesi

A: Maschio di età inferiore ai 24 mesi
B: Maschio di età superiore ai 24 mesi
C: Maschio castrato
D: Femmina che ha già partorito
E: Femmina che non ha mai partorito

La carcassa inoltre viene valutata anche per la muscolatura e per lo strato di grasso.

Curiosità:
La Scottona: Bovino femmina che non ha mai partorito con una condizione ormonale di tipo anabolico, che favorisce la crescita organica e il deposito di grasso, garantendo carni tenere, succose e di grande qualità.

Vitello

Il vitello o vitellino è un animale di età inferiore ai 8 mesi e si differenzia per la sua carne tenera ma poco sostanziosa. Il vitello è infatti utilizzato molto spesso come alimento per chi ha difficoltà di masticazione, come bambini o anziani ed è la migliore scelta per chi vuole una carne tenera.

In cucina il vitello è adatto ad arrosti, scaloppine, involtini, braciole e cotture leggere.

Vitellone

Il vitellone ha un età inferiore ai 12 mesi, è il re della macelleria, fra le carni rosse è la più apprezzata perché ha un giusto stadio di maturazione e le sue proprietà organolettiche regalano sapori intensi e decisi.

In cucina il vitellone è adatto un po per tutto. Una maturazione, quella del vitellone, idonea a bistecche alla griglia, hamburger alla piastra, arrosti al forno, fettine in padella e non ultimo, utilizzare il suo “quinto quarto“, le interiora come fegato per gli amanti del prodotto.

Manzo 

Il manzo è un bovino castrato di età di 3/4 anni. La sua carne risulta più dura e molto saporita. In cucina, la carne di manzo può essere cucinata alla griglia, in bistecchiera, in padella e alla brace. Ma sono ottime anche per brasato, bollito e sugo.

Manzo brace

Parametri qualitativi

Nel caso della Chianina i parametri qualitativi della carne sono i seguenti:

PhFra 5.2 e 5.8
Proteine> 20%
Colesterolo< 50 mg / 100 g
Calo a fresco< 3%
Calo della cottura< 35%
Grado di durezza (crudo)< 3.5 Kg/ cmq
Grado di durezza (cotto)< 2.5 Kg/ cmq
Rapporto acidi grassi insaturi/saturi> 1.0

Muscolatura

Ci sono sigle differenti per la classificazione delle carcasse del bovino. Che vanno in base al tipo di muscolatura dell’animale.

Vitellone classificazione muscolatura

Grasso

La classificazione delle carcasse bovine va da un minimo di 1 ad un massimo di 5.

Vitellone classificazione grasso

Denominazioni tradizionali

Altre denominazioni tradizionali in alcune parti d’ Italia potrebbero essere:

Sorana: Bovino femmina che ha superato un anno di età.

Scottona: Bovino femmina che non ha mai partorito con una condizione ormonale di tipo anabolico, che favorisce la crescita organica ed il deposito di grasso, garantendo carni tenere, succose e di grande qualità.

Bue: Bovino castrato con età superiore ai 3/4 anni(usato in passato come animale da lavoro).

Fassone: Qualsiasi bovino che abbia una ipertrofia della muscolatura, caratteristica genetica tipica ad esempio della razza piemontese. Proprio per questa caratteristica hanno carni tenerissime e magrissime.

Sanato: Bovino maschio a cui sono stati tolti i testicoli. La credenza popolare vuole che tale pratica eliminasse le impurità, gli umori cattivi, purificando l’animale e rendendone le carni grasse e chiare oltre che prive di odori sessuali.

Ora potete andare dal vostro macellaio di fiducia e chiedere il taglio più adeguato alla vostra ricetta. ;)

 

Migliore friggitrice ad aria sotto i 100 euro

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Migliore friggitrice ad aria sotto ai 100 euro

Migliore friggitrice ad aria sotto i 100 euro

Migliore friggitrice ad aria sotto i 100 euro. Quale scegliere nel 2021? Passiamo a rassegna delle migliori scelte disponibili e delle differenze che fanno al caso nostro.

Che cosa è una friggitrice ad aria

Per friggitrice ad aria si intende un piccolo forno a convenzione capace di simulare la cottura fritta senza l’utilizzo di immersione del cibo in olio. Si ottiene così un risultato croccante e ma non unto per effetto di ventole che girano ad alta velocità e creano nel prodotto la classica doratura o reazione di Maillard

Come funziona la friggitrice ad aria

Come già spiegato nel punto precedente, una friggitrice ad aria non è altro che un piccolo forno da cucina a convenzione, cioè un elettrodomestico capace di scaldare o cuocere vivande grazie a ventole progettate per girare al altissima velocità. Così facendo producono un forte calore in breve tempo, con la conseguente cottura del prodotto, precedentemente inserito nell’apposito cestello, simile ad una frittura.

Si caratterizza dalle altre friggitrici classiche perché non necessita di olio per cucinare, anche se, a volte,  ungere leggermente alcune pietanze potrebbe aumentare l’effetto desiderato.

 

Guida all’acquisto

I modelli in commercio sono ormai moltissimi e le aziende produttrici hanno decisamente scommesso su questo nuovo prodotto. Vediamo le migliori scelte per il 2021 sotto i 100 euro.

Modelli sotto i 100 euro

Severin FR 2455 Friggitrice ad Aria Calda, 900 W, 1.8 L, Nero/Grigio

Nome modelloFr 2455
MarchioSeverin
ColoreNero/Grigio
Dimensioni articolo: LxPxA24 x 20 x 30 cm
Peso articolo2.65 Chilogrammi
Wattaggio900 watt

 

Princess Friggitrice ad Aria Calda XL 182020, 1500 W, 3.2 Litri, Plastica-BPA Free, Nero/Argento

Uten Friggitrice Senza Olio ad Aria Calda, Friggitrice ad Alta capacità Cestello Staccabile Temperatura Timer Regolabile Multifunzioni Fryer (3.2L)