Olio d’oliva spacciato come olio extravergine quando in realtà non lo era. Sul registro degli indagati sono stati iscritti per frode in commercio i rappresentanti legali di Carapelli, Bertolli, Santa Sabina, Coricelli, Sasso, Primadonna e Antica Badia.
Un bel guaio per alcune aziende italiane(e non) finite da poche ore sul registro degli indagati per presunta frode in commercio. Il pm Raffaele Guariniello ha aperto fascicolo dopo che i Nas di Torino hanno prelevato bottiglie di tutte le marche.
Dalle indagini è emerso che le sette imprese avrebbero dichiarato al consumatore, scrivendolo sulle confezioni, che l’olio venduto era extravergine – o al cento per cento o comunque presente e miscelato con altri oli – quando in realtà sarebbe semplicemente stato «olio vergine».
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Un motivo in più per tornare ad acquistare olio extravergine in campagna. Da produttori, oleifici e frantoi di fiducia.
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Simone Paciaroni
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Chi sono

Simone Paciaroni
Gastronomo e tecnico per la ristorazione e la valorizzazione dei prodotti tipici e territoriali. Dal 1997 mi occupo del food nella GDO.
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