La commissione dell’Agricoltura dell’Unione Europea vorrebbe liberalizzare la produzione del Lambrusco, rendendolo riproducibile anche in altre zone dell’UE. Poiché non ha un riferimento geografico specifico.
“Lambrusco e pop corn”
La notizia è delle ultime ore e sta già facendo il giro del mondo vinicolo e non solo. In Italia, quello del Lambrusco è un business da 500 milioni di euro all’anno. Comprensibile quindi la preoccupazione dei produttori che vedrebbero “scipparsi” una fetta di mercato da altri paesi comunitari che inizierebbero a produrre Lambrusco, ma che culturalmente non hanno nulla a che fare con lo storico vino dell’Emilia-Romagna.
Il vino più venduto in Italia
Il Lambrusco è il vino più venduto in Italia e questa notizia fa subito insinuare il sospetto che oltre alle motivazioni legate alla geografia ci siano importanti motivazioni economiche.
Xylella fastidiosa
Del resto non stupisce più che la commissione dell’Agricoltura dell’Unione Europea lavori per metterci i bastoni fra le ruote, basti ricordare la storia della xylella fastidiosa che nel 2014 colpì le piante di olive del nostro paese e la posizione della stessa commissione dell’Agricoltura dell’Unione Europea che ci intimava di abbattere tutti gli ulivi infetti.
Italia paese di tradizioni
Al di la degli interessi economici dei paesi membri ritengo che una simile proposta sia un offesa alla cultura di un paese, qualsiasi esso sia. Le tradizioni contribuiscono all’identità di un paese e come nel nostro caso, anche di ogni singolo Comune.
Ho sempre meno fiducia in questa Europa che non si dimostra unita ed attenta ai problemi degli stati membri e che diventa ogni giorno sempre più un Europa da “Lambrusco e pop corn”.